10 mm Auto, Passato e Presente

1 1 1 1 1 Valutazione 4.32 (73 Voti)

10mm AutoAll’inizio degli anni settanta nacque la storia di una delle più belle cartucce mai ideate: il 10mm Auto. Questa cartuccia doveva colmare il vuoto tra il 9 mm ed il Calibro .45. Già nel vecchio West s’iniziò a fare esperimenti per un calibro intermedio tra i vari .36/.38 e .44/.45 dell’epoca. Così apparve la .38/40 Winchester Center Fire (WCF), nata per il restringimento del Colletto della .44/40 WCF e fu camerata nel Winchester 1873 e nella Colt 1873 Single Action Army. Pur chiamandosi “38”, montava una palla da .400 pollici ed era così la prima 10 mm “di serie”. Nello stesso periodo, l’esercito italiano stava perfezionando il calibro 10,35 o 10,40 mm Ordinanza Italiana per usarlo nel Revolver modello 1874.

All’inizio del ventesimo secolo ci furono altri tentativi di sviluppo di una Cartuccia da 10 millimetri. La britannica Hugh Gabbet – Fairfax sviluppò la “Mars automatic pistol”, tra cui c’era anche un modello in calibro 10 mm. Non bisogna dimenticare i test di John Moses Browning con lo sviluppo della cartuccia 9,8 mm Automatic Colt, chiamata in Belgio 9,65 mm Browning Automatic Colt.

Wildcats: .40 G&A e .40 Super

Passò quasi mezzo secolo per riesumare dall’oblio il “centimetro tondo”, quando alla fine degli anni sessanta un gruppo d’appassionati americani, tra cui John Adams, With Collins, Jeff Cooper, John French e Irv Stone, che vollero creare una potente cartuccia per una pistola semiautomatica, per unire la capienza dei caricatori delle 9 mm ed il potere d’arresto del .45 ACP.
Nei primi anni settanta With Collins volle camerare una Browning HP 35 in 9 mm con una cartuccia più potente. All’inizio pensò al .38 Super Auto, ma l’idea del Colonnello Cooper di mandare una palla calibro .400 da 200 grani a 1.000 fps (305 m/s) non gli diede pace. Così Collins iniziò a fare esperimenti. Gli vennero in aiuto John Adams, il quale scriveva anche lui per la rivista Guns & Ammo, l’armaiolo John French, il costruttore di canne Irv Stone della Bar – Sto Machine e Jeff Cooper.

I primi esperimenti vennero fatti con il Bossolo del .30 Remington, ovvero la versione rimless del .30/30 WCF, accorciandolo per adattarlo ai caricatori delle Browning HP 35. All’inizio ci montarono una palla da .410 millesimi di pollice del .41 Magnum, ma i risultati non furono soddisfacenti. Così provarono a montare una palla da .400 del .38/40 WCF da 180 grani. Nel 1972 fù sparata per la prima volta in una Browning High Power 35 e generò 1.050 fps (320 m/s) dalla Canna da 5 pollici, l’equivalente di 440,4 ftlb (60,9 kgm). Era nata la .40 G&A, in onore alla rivista per la quale Adams, Collins e Cooper scrivevano. Il bossolo aveva una lunghezza di .853 in (21,7 mm) e la cartuccia finita misurava 1,169 in (29,7 mm), assomigliando al futuro .40 S&W. La storia della .40 G&A finisce nei sobborghi di Monrovia, negli stabilimenti della Pachmayr Gun Works, dove venne solamente ribattezzata in .40 PGW. Però questa cartuccia è la vera progenitrice del 10 mm.

Nel 1973 Jeff Cooper e With Collins stavano pensando ad una versione più lunga e potente del .40 G&A. A questo punto Collins continuò il suo lavoro sulla sua cartuccia e Cooper iniziò lo sviluppo su quello che poi verrà chiamato .40 Super. Quest’ultima aveva un bossolo da .886 in (22,5 mm) e sparata in una canna custom Bar – Sto da 5 pollici generava 1.250 fps (381 m/s) che corrispondono a 624 ftlb (86 kgm).

Nel 1977 circolava un wildcat del .40 G&A in versione “magnum”, chiamato .40 G&A Belted Magnum Auto Pistol, che non era nient’altro che un .224 Weatherby Magnum adattato ad una palla da .400 da 180 grani. La cartuccia finita aveva una lunghezza complessiva di 1,095 pollici (27,8 mm) e generava 1.250 fps (381 m/s) da una canna da 5 pollici. Si tratta di uno dei pochissimi calibri da pistola con il Fondello cinturato (belted).

La nascita del 10 mm Auto e la prima pistola “dedicata”

Gli esperimenti con la Browning HP 35 non diedero risultati soddisfacenti e così il gruppo d’appassionati decise che bisognava trovare un’altra pistola sulla quale lavorare. L’unica arma a doppia Azione, in grado di reggere la potente cartuccia, era la CZ 75. Il problema principale era che la Cecoslovacchia faceva parte del blocco di Varsavia, il che rese impossibile importare armi.
Così, nel 1978, Jeff Cooper si mise in contatto con Thomas Dornhaus e Michael Dixon, titolari dell’azienda Dornhaus & Dixon, i quali lavorarono ad una pistola semiautomatica su base della CZ 75.

Come base di partenza venne utilizzato il .40 Super di Cooper, allungando il bossolo di qualche millimetro. Nel 1983 la rivista statunitense Guns & Ammo pubblicò in esclusiva la nascita della prima pistola in calibro 10 mm Automatic, la Dornhaus & Dixon Bren Ten. Quest’arma non è nient’altro che una CZ 75 modificata con degli elementi della Browning High-Power, per unire le migliori soluzioni tecniche delle due pistole.

Il nome “Bren” deriva dalla mitragliatrice inglese della seconda guerra mondiale, sviluppata e costruita in parte dalla CZ a Brno ed assemblato all’arsenale di Enfield. I due nomi Brno ed Enfield furono combinati e formarono l’acronimo Bren. “Ten” non è nient’altro che il numero dieci in inglese, usato in questo caso per il calibro 10 mm.

La svedese Norma fu la prima a produrre le cartucce in calibro 10 Auto. Vennero proposte con due pesi di palla, una Jhp da 170 grani che erogava 1.340 fps (408,5 m/s) da una canna da 5 pollici, ed una Tc da 200 grani e 1.200 fps (365,8 m/s), corrispondenti a 677,4 ftlb (93,6 kgm) e 639 ftlb (88,3 kgm). Il bossolo aveva una lunghezza di .992 in (25,2 mm) e la cartuccia finita misurava 1,260 pollici (32,0 mm).

Per completezza, vorrei aggiungere qualche cenno riguardante la Dornhaus & Dixon, dato che fu la prima ditta a costruire una pistola in 10 Auto. Il 15 dicembre 1979 Thomas Dornhaus e Michael Dixon decisero di sviluppare una pistola semiautomatica con una cartuccia intermedia di buona potenza per fare fronte alla richiesta delle forze di polizia. Il 15 gennaio del 1980 Jeff Cooper iniziò ufficialmente la collaborazione per lo sviluppo di un’arma adatta. Il 15 luglio del 1981 nacque ufficialmente la Dornhaus & Dixon Enterprises Inc., con sede a Huntington Beach in California. Nel 1982 iniziarono a ricevere gli ordini per la vendita della pistole Bren Ten e ne costruirono circa 1.500 dal 1983 al 1986, dopodichè la ditta dovette dichiarare bancarotta, perché non riuscì ad evadere tutti gli ordini per problemi legati ai caricatori che venivano prodotti da un’altra ditta, la quale non riuscì a stare dietro alla richiesta. Vennero vendute pistole senza Caricatore, con la promessa di fornirli in tempi brevi, ma alcuni clienti si stancarono di aspettare e querelarono la ditta.

Poco tempo dopo, Richard Voith, della Voith sporting goods fame, acquisì la fabbrica e creò la Peregrine Industries Inc. e continuò lo sviluppo della Bren Ten. Le nuove pistole, le Peregrine Falcon e Peregrine Poenix, rimasero dei prototipi e non ne venne venduta neanche una. Con la chiusura dei battenti della fabbrica svanì il mito Bren Ten ed il 10 mm Automatic rischiò l’estinzione.

Munizioni 10mm Auto Munizioni 10mm Auto
 10mm Auto  Quote e misure del 10mm Auto

L’FBI cerca una nuova cartuccia

Nel 1990 l’FBI iniziò ad interessarsi alla nuova cartuccia in 10 mm ed iniziò con una fase di accurati test condotti dalla firearms training unit presso l’accademia dell’FBI a Quantico in Virginia. Lo scopo dei test fu la valutazione del 9 Para, del .45 ACP e della nuova 10 mm Auto, per definire il potere d’arresto, la penetrazione e le ferite provocate sul corpo umano. Il 10 mm vinse su tutti i fronti e si rivelò anche il più preciso. Così fu indetto un bando di concorso per la fornitura di 10.000 pistole a doppia azione in calibro 10 Auto, per sostituire i vecchi revolver d’ordinanza. La Smith & Wesson si aggiudicò l’appalto con la pistola modello 1076.

L’FBI si rese conto che la cartuccia era troppo esuberante: il violento rinculo impossibilitava di doppiare il colpo e la vampata accecava i tiratori in circostanze di poca luce. Così i tecnici studiarono una versione a carica ridotta, denominata 10 mm FBI load. Si decise di utilizzare un proiettile da 180 grani spinto ad una velocità di 950 fps (290 m/s), corrispondenti a 361,6 ftlb (50 kgm). I tecnici capirono velocemente che era possibile raggiungere le stesse prestazioni con una cartuccia più corta, adattabile ai caricatori e fusti delle pistole in 9 mm. In collaborazione con la Olin, la Smith & Wesson creò il calibro .40 S&W, destinato a rimpiazzare il 10 mm.

La Colt salva il 10 Auto

Nel 1988 la Colt iniziò la produzione della Delta Elite, una 1911 irrobustita per sopportare l’esuberanza del 10 Auto. Inizialmente la pistola venne progettata per aumentare il volume di fuoco dei commandos americani. Dato il successo dell’arma e notata la precisione intrinseca del calibro, la Colt creò il modello Delta Gold Cup, una versione da tiro. A questo punto, molte ditte decisero di costruire armi in tale calibro, salvando dall’estinzione questa magnifica cartuccia, che fu travolta dal .40 S&W.

Le discendenti

Pur non essendo popolare, il 10 Auto ha la paternità di tanti altri calibri, famosi e non. Vorrei elencare le discendenti più famose, per visualizzare l’importanza di questa cartuccia. Il parente più famoso è indubbiamente il .40 S&W, che non è nient’altro che un 10 Auto accorciato. La 9x25 mm Dillon è una cartuccia usata con successo nel tiro dinamico e nacque per il restringimento del colletto per adattarla a palle da 9 mm, spingendole a 1.500 fps (457,2 m/s). La .224 Boz venne realizzata dalla cecoslovacca Luvo, restringendo il colletto per adattare una palla da 55 grani, spingendola a 2.200 fps (670,5 m/s). Anche gli inglesi e gli australiani svilupparono una cartuccia simile al .224 Boz con una palla da 50 grani per i corpi speciali, con lo scopo si perforare i giubbotti antiproiettile. Infine ci sono ancora la 10 mm Express, che è solo il nome commerciale di un 10 Auto da 100 kgm, fabbricato dalla Texas Ammunition Company, e la 10 mm Magnum prodotta dalla AMT/IAI, che ha un bossolo allungato a 1,25 in (31,7 mm).

Gli altri 10 mm

Mi sembra giusto menzionare anche gli altri calibri da 10 mm, dato che alcuni di essi nacquero dal .40 S&W, primogenito del 10 mm Automatic. Due cartuccie nate per il restringimento del colletto del .40 S&W sono l’italiano 9x22 Fiocchi ed il .357 Sig. Il .41 Action Express, simile al .40 S&W, nacque per essere usato con gli otturatori dei 9 mm grazie al fondello rebated. Il .400 Cor-Bon nacque per il restringimento del colletto del .45 ACP. Il .40 Super, da non confondere con il progetto del Colonnello Cooper, è un prodotto della Triton Ammunition Corportaion ed è simile al .400 Cor-Bon, ma più potente. Da citare sono la 10 mm Mars, il 10,40 mm Ordinanza Italiana e la recente 10 mm FAR. Bisogna dedicare un pensiero speciale anche al .41 Remington Magnum, che, come il 10 Auto, non è stato compreso, forse perché nato nel momento sbagliato. Da menzionare anche il .41 Special, un .41 Magnum accorciato come il .38 ed il .44 Special, anch'essi versioni accorciate del .357 e .44 Magnum. Una nota la dedicherei anche ad alcuni antenati del 10 Auto, nati nell'era del vecchio west. Esistevano due 10 mm rimfire, il .41 Short Derringer, una cartuccia di scarso successo usata nelle pistole Derringer, ed il .41 Long, usato nei revolver a doppia azione Colt New Line. Da quest'ultima nacque il .41 Short Colt, che però aveva una percussione a fuoco centrale. Il .41 Long Colt, un'evoluzione della precedente, ebbe un raguardevole successo e venne camerato in tutta la serie dei revolver Colt, Single Action Army compreso, e fu prodotto fino al 1970 dalla Winchester. Ed infine non bisogna dimenticare il padre di tutte le 10 mm, il .38-40 Winchester, senza il quale non sarebbe nato il 10 Auto.

Le pistole in 10 Auto

Anche se si tratta di un calibro abbastanza raro, esistono parecchie pistole camerate in 10 Auto. Se si parla di questa cartuccia, il primo pensiero si dirige inevitabilmente verso la Bren Ten e la Colt Delta Elite, entrambe fuori produzione da tempo. Le uniche ditte importanti che attualmente hanno in catalogo armi in 10 mm Auto sono la Glock e la Tanfoglio.
Ecco una lista (abbastanza) completa di tutti i produttori d’armi in tale calibro: Colt, D-Max, Dan Wesson, Dornhaus & Dixon, European American Armory, Glock, Goncz, IAI/AMT, Kimber, Korth, L.A.R., Para Ordinance, Peters Stahl, Ruger, Smith & Wesson, Star, STI, Tanfoglio, Thompson Center Arms, Victory, Wyoming Arms, Zaszava.

Glock 20 in 10 Auto Colt Delta Elite in 10 Auto Bren Ten in 10mm Auto
 Glock 20 in 10mm Auto  Colt Delta Elite in 10mm Auto  Bren Ten in 10mm Auto

 Le carabine in 10 Auto

Esistono anche carabine in 10 Auto. Nella maggior parte dei casi si tratta di armi sperimentali o già esistenti, ricamerate per questa cartuccia. L’unica Carabina in questo calibro, adottata da corpi di polizia o militari, è la H&K MP5/10; sembra che alcuni corpi di polizia statunitensi usino l’Olympic Arms K10. Per completezza, la lista dei produttori di armi lunghe in 10 Auto: Armacon, Auto Ordinance, D-Max, Goncz, Heckler & Koch, LeMAG, Olympic Arms e Thompson Center Arms.

HK Mp10 Olympics Amrs K10
 HK Mp10  Olympics Arms K10

Conclusioni

Pur essendo ancora in produzione, il 10 mm Auto non è di facile reperibilità. Secondo me, si tratta di una delle cartucce più belle per pistola ed è sicuramente una delle intrinsecamente più precise. Un grandissimo punto a favore è la sua versatilità, dato che la si può caricare con palle da 135 a 200 grani con potenze che partono da 40 ed arrivano ai 100 kgm. Ce né per tutti i gusti e per tutte le esigenze. Purtroppo è stato travolto dal .40 S&W e percui si tratta di un calibro per estimatori e ricaricatori, anche se quasi tutti i maggiori produttori di cartucce lo hanno ancora in catalogo, dato che la richiesta non è grande, costano un’occhio della testa.
Ma non bisogna disperare, perchè ricaricare il 10 Auto è molto semplice. In pratica si tratta di un .40 S&W un pò cresciuto, dato che le componenti di ricarica sono le stesse, salvo per gli inneschi che sono del tipo large pistol.

Tags: Ricarica

Stampa

Non sei autorizzato ad inserire commenti.

Comments powered by CComment