La diottra dell'AR15
Tra i componenti più azzeccati del progetto AR15 ci sono gli organi di mira. In particolare la Diottra. Il disegno generale (soprattutto dalla serie A2 in poi, per intenderci), quello che permette la regolazione in alzo e derivazione, è robusto, semplice da usare ed intuitivo.
Voglio condividere con voi qualche semplice trucchetto, di facile realizzazione, per l'accuratizzazione domestica e per spremere al massimo le potenzialità di questa bella 'macchinetta'.
Lo scopo dichiarato è l'eliminazione dei giochi ed ottenere la massima ripetitibilità della regolazione al variare del numero di click.
Una delle prime cose che si nota, osservando l'organo di mira, è che il porta diottra (2) ha un significativo movimento libero sul suo asse. In pratica se afferro la mira tra il pollice e l'indice, potrò facilmente sentirla ruotare. Questo gioco è stato pensato per permettere un corretto funzionamento di pezzi costruiti su larga scala e quindi con tolleranze di costruzioni ampie. Per recuperare il gioco, il progettista ha brillantemente pensato ad una pallina (5) caricata da una molla (4) che dalla base del porta diottra lo tiene ruotato in battuta sulla sua sede ricavata dal maniglione di trasporto. Il sistema è semplice e affidabile per un battle rifle che deve sopportare mille abusi, e l'impatto sulla qualità della messa in mira è limitato, ma credo che si possa fare un po’ di meglio. Alcuni preparatori hanno installato due guide cilindriche su cui il porta diottra scorre senza giochi, altri hanno pratico un goccio di saldatura antagonista alla pallina da lavorare successivamente fino alla scomparsa dei giochi, ma non sono degli interventi alla portata di tutti.
Un'idea alternativa consiste di smontare tutta l'unità, pulirla con cura, e rimontare solo il porta diottra e la ruota di regolazione dell'azimuth (1 e 16). A questo punto, con il porta diottra regolato alla distanza normale di tiro, per esempio 200 metri, misurate con uno spessimetro la distanza tra porta mira e maniglione, cosi come nella fotografia seguente.
Dovete ora procurarvi un vecchio spessimetro e trovare la lama di spessore pari alla misura appena fatta meno 0.05 mm. La mia misura era 0.2 mm e ho quindi selezionato la lama dello 0.15. Questa lama verrà sacrificata sull'altare della precisione e ne ricaverete due spessori che seguano la forma dell'alloggiamento della mira sul maniglione. Con il Dremmel e un po’ di pazienza è un gioco da ragazzi.
In questa foto si vedono i due spessori, incollati in posizione e ben ingrassati.
Pulite bene il maniglione e incollateci con il bicomponente gli spessori realizzati…Esatto, avete capito tutto! Lo spessore del bicompenente secco è circa pari a quei 0.05 mm che avete "scontato"prima.
Mentre la colla si secca passiamo ad una piccola modifica della vite che realizza la regolazione in azimut. Sulla vite è praticato un doppio foro passante attraverso il quale si alloggia la spina (12) che tiene la mira vincolato al maniglione. Per rimontarlo bisogna avvitare la ruota di regolazione sulla vite, inserire la molla (15) e infilare la spina. A meno che non siate dei polipi questa è una delle cose più difficili da fare…… ed inutili. L'idea della spina è certamente trattenere un lato libero della molla, ma è anche evitare che l'Internet Commando si perda la mira dopo averla svitata fino in fondo…. magari per tirare a 1800 metri!
Con il Santo Dremmel trasformiamo ora i due fori in due asole come nella foto (prima e dopo)
In realtà il motivo di quest'ultima modifica è un altro. La molla (11) serve per eliminare giochi in verticale tra la ruota di azimut, il suo alloggiamento nel maniglione e il porta diottra. E' bene trovare una molla più tonica che eserciti una sana forza quando la mira è calibrata alla distanza d'uso. Una molla dura è difficile da assemblare, da qui la necessità di praticare le due asole. In pratica per rimontare il tutto si inserisce prima la spina del maniglione, poi la ruota e infine si avvita il porta diottra con la relativa molla.
A questo punto , se tutto è andato per il meglio, il porta diottra non presenterà più la rotazione sul suo asse e la posizione in verticale sarà ben definita dalla molla più robusta. Per quanto riguarda la palla (5) e la molla (4), anche se inutili, vale la pena di rimontarli, non si sa mai. Ricordatevi di ingrassare TUTTE le parti in movimento relativo: filetto della ruota e del porta diottra, palle, molle, superficie di strisciamento sul maniglione.
Passiamo ora alla diottra. Il problema fondamentale è la molla a lamina (7). Questa molla ha 2 compiti. Il primo è permettere la rotazione della diottra (6) intorno al suo asse, il secondo è recuperare in verticale il gioco che l'albero (3) ha sulle sue sedi. Per evitare che la diottra ruoti per effetto del rinculo e che la sua posizione in verticale sia costante, il progettista ha giustamente pensato ad una molla dura come un osso e ha fatto bene. Il problema nasce dal fatto che la filettatura dell'albero e la sua omologa ricavata sulla diottra abbiano delle tolleranze. Questo lo si verifica facilmente notando che a diottra avvitata sul suo albero, è sembre presente un piccolo gioco assiale sul suo albero. Quello che può succedere è che la molla spinge la diottra sulla filettatura dell'albero (che è un bene), ma i primi click di regolazione, non la spostano di un micron perché recuperano solo i giochi assiali delle due filettaure. In pratica faccio una correzione, ma il punto di impatto non varia.
La soluzione del problema è facilissima. Bisogna procurarsi una molla di lunghezza opportuna che tenga in tensione la diottra lungo la sua corsa sul relativo albero. La procedura migliore parte dalla diottra calibrata alla distanza di tiro voluta. Misurate ora la distanza tra la diottra e la "parete" del porta diottra e tagliate una molla un po’ più lunga. Io ho usato una vecchia molla principale della Berettona, tonicissima. Ricordate col Dremmel di lavorare l'estremità in modo da avere un minimo di superficie d'appoggio.
Un inconveniente di questa modifica è che la presenza della molla limiterà in quella direzione la possibilità di regolazione in derivazione. Tuttavia avendo calibrato la molla a partire dalla condizione di diottra ben calibrata, dovrebbero esserci sempre almeno altri 5 MOA di regolazione residua in quella direzione.
Ricordatevi di nuovo di ingrassare tutte le parti in movimento relativo. Un ultimo suggerimento. Con un pennarello bianco verniciate le scritte, i riferimenti e la numerazione sulla mira. A questo punto, se sbagliate ancora la direzione delle regolazioni, non avete più scuse...
Tags: DIY, Black Rifle
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