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L'occhio dominante

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Giuseppe TodaroSarà un caso, ma sempre più spesso negli ultimi tempi, trovo tiratori che mi pongono quesiti sul come gestire l'atto dell'inquadrare gli organi di mira se l'occhio dominante è opposto alla mano utilizzata per sparare. Magari senza neanche sapere qual'è il loro occhio dominante, solamente rendendosi conto che fanno una fatica anomala a traguardare tacca di mira e mirino. Innanzi tutto, cosa che non tutti sanno, vediamo cosa si intende per occhio dominante e come individuarlo. Chi legge, si sarà certamente accorto di come, fin da bambino, tra i due occhi, uno sembra vederci meglio dell'altro, malgrado gli eventuali esami dall'ottico o dall'oculista abbiano sempre confermato la perfetta simmetria di risultati. Questo fenomeno è dovuto al fatto che, come accade tipicamente per gli arti, per cui si è destri o mancini, anche tra gli occhi ce n'è uno che utilizziamo "di preferenza".

Un esercizio molto semplice, qualora non si sappia qual'è il nostro occhio dominante e lo si voglia individuare, è il seguente. Tenendo entrambi gli occhi aperti, distendete un braccio e puntate un oggetto coprendolo con il vostro dito indice. Non importa se della mano destra o della mano sinistra; l'importante è che l'oggetto sia abbastanza piccolo sa essere coperto con il vostro dito, abbastanza lontano (2 o 3 metri sono sufficienti) e che il braccio sia completamente disteso davanti a voi. Non importa neanche se riuscite a vedere l'oggetto come se il vostro dito fosse trasparente. Questo è l'effetto dovuto proprio alla differente dominanza degli occhi.

Ora, senza muovere il dito (questo è estremamente importante), chiudete alternativamente prima un occhio, poi l'altro. Vi accorgerete che, con un occhio il vostro dito continuerà a coprire l'oggetto da voi preso come riferimento, mentre con l'altro, sembrerà che l'oggetto (o il dito) si siano spostati da un lato. Bene. L'occhio che vi permette di mantenere l'oggetto coperto con il vostro dito anche quando l'altro è chiuso è quello dominante.

A questo punto vediamo come gestire il tiro in base al proprio occhio dominante. Per chi ha l'occhio dominante che coincide con la mano forte (destro per i destri, sinistro per i mancini), problemi non ce ne dovrebbero essere, è la natura stessa a far trovare la posizione ideale per allineare gli organi di mira con il nostro occhio.

Diverso è se l'occhio dominante è opposto alla nostra mano forte. Partendo dal presupposto che nel TDS bisogna imparare a tirare con entrambi gli occhi aperti (è un notevole vantaggio avere una visuale maggiore del campo di gara rispetto a chi ce l'ha dimezzata), e che, nella maggioranza dei casi, il tiro viene effettuato a due mani, il problema dell'avere l'occhio dominante opposto alla mano forte è minimo.

Immaginiamo la posizione di tiro isoscele, la più utilizzata: se questa fosse data dall'effettiva posizione per cui gli angoli formati tra le braccia e il tronco fossero identici, creando di fatto un vero triangolo isoscele, vien da se che l'asse della canna e i relativi organi di mira della nostra pistola sarebbero allineati con il centro del nostro viso, come dire.... con il naso.
Ed ecco il primo punto a nostro favore: dovendo necessariamente adottare una correzione per quella posizione che abbiamo appena scoperto essere isoscele solo in teoria, che questa correzione sia fatta verso un occhio o verso l'altro poco importa. Rispetto al nostro naso, lo spazio da percorrere per raggiungere il nostro occhio dominante sarà della medesima entità, da qualsiasi parte esso si trovi. Tutte le varianti della posizione "isoscele" dovute alle varie condizioni di tiro (dietro una barricata, da un lato o dall'altro del nostro corpo in fase di brandeggio della pistola, etc.) saranno una conseguente applicazione di quanto appena spiegato.

Veniamo ora, invece, al tiro ad una mano; molto meno frequente, comunque sempre presente in almeno un esercizio delle gare di TDS. Spesso si vedono tiratori che assumono posture del capo simili a quelle del più snodato dei contorsionisti per allineare occhio e organi di mira. Niente di più sbagliato. Dobbiamo ricordare che, ai fini dell'esecuzione di un buon tiro, la nostra postura generale deve essere quella che ci consente di avere tutte le fasce muscolari il più rilassate possibili, pena l'inevitabile incostanza del punto d'impatto tra un colpo e l'altro. Per questo motivo, la posizione del capo deve rimanere la più naturale possibile e, per compensare lo spostamento necessario affinché gli organi di mira si allineino con il nostro occhio, provvederemo ad eseguire una piccola correzione tramite lo spostamento del braccio che sostiene la pistola ed una minima variazione dell'inclinazione del polso rispetto allo stesso. Provate e vi accorgerete di quanto lo spostamento del braccio teso e l'inclinazione conseguente del polso siano esigui per raggiungere l'occhio dominante rispetto allo sforzo che dovete fare affinché sia l'occhio (la testa) a dover raggiungere gli organi di mira! E questo è tutto.

Qualcuno potrebbe chiedersi se le tecniche sopra descritte funzionano realmente e se, applicandole correttamente, si possono ottenere dei buoni risultati rispetto ai tiratori che non devono apportare queste correzioni. La risposta?

E' più di qualche anno che sparo con la mano destra e traguardo con l'occhio sinistro: ritengo che i risultati che ho ottenuto finora dimostrino qualcosa...

Tags: Corsi e Allenamenti

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