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Nato nel momento sbagliato

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41 MagnumIl .41 Magnum fu introdotto nella metà degli anni sessanta, precisamente nel 1964, per colmare il vuoto tra il .357 Magnum ed il .44 Magnum. La Cartuccia era pensata per la difesa personale e per le forze di polizia. L’introduzione commerciale avvenne insieme al nuovo Revolver della Smith & Wesson, il modello 57, il quale avrebbe dovuto avere un nuovo fusto intermedio tra il “K” ed il “N”, ma dato che la casa produttrice voleva una rapida commercializzazione della nuova cartuccia, si usò un fusto “N”, lo stesso dei modelli in .44 Magnum. Poco dopo nacque il modello 58, di fatto, la stessa arma, ma con le mire fisse, in pratica come un modello 10 Military & Police più grosso.

Lo sapevate, che nel primo film “Dirty Harry”, ovvero “L’ispettore Callaghan” con Clint Eastwood, il revolver non era un Smith & Wesson modello 29, bensì un modello 57, perché la Smith & Wesson non aveva al momento in magazzino un modello in Calibro .44 Magnum. Si tratta di un raro caso, forse l’unico, dove fu costruita un’arma attorno ad una cartuccia e non viceversa.

Il .41 Magnum non ha diretti antenati

Il calibro in questione non può vantarsi di una lunga linea genealogica, anzi forse l’unico lontano parente, chiamiamolo “prozio”, fu un wildcat degli anni venti del ventesimo secolo ideato da Pop Eimer e Gordon Boser chiamato .400 Eimer, il quale non era nient’altro che un .401 Winchester accorciato ed adattato al tamburo della Colt Single Action.

Bisogna però ricordare che la Colt produsse i suoi Single Action anche nei calibri .38/40 WCF e .41 Long Colt, ma la loro potenza non poteva essere definita “magnum”. Nel 1932 la Colt giunse molto vicino alla produzione di un vero .41, il .41 Colt Special, ma per vari morivi non fu pubblicizzato per bene e tre anni dopo nacque il .357 Magnum. Possiamo dire che il .41 Colt Special sia il nonno perduto del .41 Magnum.

Tornando a parlare di genealogia, vorrei ricordare la diretta “linea di sangue” del .357 Magnum e del .44 Magnum. Basta pensare che il .357 Magnum (1935) sia la diretta evoluzione del .38 Long Colt (1875), il quale ha la paternità del .38 S&W (1877) e del .38 Special (1930). La stessa cosa vale per il .44 Magnum, il quale deriva dal .44 S&W American (1869), padre del .44 Russian (1870) e nonno del .44 Special (1907).

Il .41 Special dei nostri giorni è un progetto dell’armaiolo Hamilton Bowen, il quale volle dare una versione depotenziata al .41 Magnum, accorciando i bossoli di quest’ultimo alla lunghezza del .44 Special.

il 41 Magnum I Bossoli

La nascita della cartuccia

Il .41 Magnum fu discusso per la prima volta nel 1963 all’assemblea della NRA. Il noto autore Elmer Keith, supportato da Bill Jordan, interpellò la Norma, la Remington e la Smith & Wesson per le prime trattative. Con un piccolo aiuto di Skeeter Skelton nacque lo Smith & Wesson modello 57 nell’aprile del 1964. Poco dopo, la Remington introdusse nel mercato due caricamenti, entrambi con palle da 215 grani. La cartuccia a piena carica montava una palla Jsp lanciata a 1.500 fps (457 m/s) e quella a carica ridotta per le forze di polizia lanciava una palla Lswc a 1.100 fps (335 m/s). Le rispettive energie corrispondono a 148,4 kgm e 79,8 kgm. È da notare che con la carica piena arriviamo tranquillamente nella “zona” del .44 Magnum. Più probabili sono velocità di 1.400 fps (427 m/s) e di 900 fps (274 m/s), piuttosto di quelle dichiarate dalla casa produttrice, ma siamo sempre sui 129 kgm e 53 kgm.
Non si sa per quale motivo la Norma non produsse le cartucce in .41 Magnum, venendo così esclusa dalla storia di questo calibro.

I tentativi della commercializzazione

Il .38 Special era per tanti anni la cartuccia universale per le forze di polizia, ma spesso con risultati non soddisfacenti. Ci furono anche dei tentativi di potenziare la predetta cartuccia, come per esempio con il .38/44 Super Police con palle da 200 grani. Il .357 Magnum, l’evoluzione diretta del .38, aveva lo stesso problema di tutti i calibri da 9 mm: il potere d’arresto non era accettabile. Il .44 Magnum fu considerato troppo poderoso, pensando agli agenti di polizia che erano abituati al .38 Special con palle in piombo sa 158 grani.

Ed ecco che entrò in gioco il .41 Magnum, il quale ha una densità sezionale maggiore al calibro 9 mm. Ma proprio i padri del .41 non gli diedero il necessario supporto, perché stavano dietro ai loro progetti già avviati: Bill Jordan stava forzando la commercializzazione del “suo” Smith & Wesson modello 19 Combat Magnum in calibro .357 Magnum ed Elmer Keith voleva portare avanti il “suo” Smith & Wesson Modello 29 in calibro .44 Magnum. Il .41 Magnum fu tradito proprio dai suoi ideatori?

Sfortunatamente il .41 Magnum non fu adottato subito dalle forze di polizia statunitensi, dato che molti reparti si accontentarono dei loro revolver in .38 Special. Ma dopo un articolo di Skeeter Skelton, il dipartimento di polizia di Amarillo nel Texas addottò per primo il revolver della Smith & Wesson modello 58 in .41 Magnum. Pensare che il suddetto articolo era dell’agosto 1977 ed il revolver era già presente sul mercato e nelle armerie della polizia, ma ci volle del tempo per persuadere gli agenti a “mollare” il modello 66 della Smith & Wesson in calibro .357 Magnum.

Poco dopo, anche il dipartimento di polizia di San Antonio nel Texas volle adottare il modello 58, ma il capo della polizia non volle che la cartuccia si chiamasse “Magnum”, dato che la guerra nel Vietnam divise la popolazione ed aveva paura che il suddetto suffisso potesse creare dei problemi. Così ci furono delle opzioni come .41 SAPD, .41 Police o .41 Special. La Smith & Wesson disse di stampare qualsiasi cosa sulle canne dei revolver, pur di avere un ordine minimo di 200 esemplari, ma un burocrate del comune di San Antonio non volle sborsare i 50 $ per il punzone necessario. Infine, nel 1974, il dipartimento di polizia acquistò 400 revolver modello 58 con Canna da 4 pollici con la punzonatura “.41 Magnum” sulla canna.

Cos’è andato storto?

Il .41 Magnum, non solo nacque nel momento sbagliato, ma anche con il pacchetto sbagliato. In un’epoca, nella quale dominavano i revolver leggeri, camerati per il .38 Special ed il .357 Magnum, il fusto N della Smith & Wesson era troppo pesante ed ingombrante e pensiamo alla differenza di rinculo tra un .41 Magnum ed un .38 Special. Forse sarebbe stato meglio, se la Smith & Wesson avesse usato il revolver 1950 Mountain Gun Target in calibro .44 Special con canna da 4 pollici come base di partenza per lo sviluppo di un’arma in calibro .41 Magnum.

Basti pensare che anche i “guru” dell’epoca ebbero tutti delle idee diverse: Bill Jordan disse di orientarsi verso il modello 19 in calibro .357 Magnum e di allenarsi con il .38 Special, Elmer Keith forzò sul modello 29 in calibro .44 Magnum, Charly Askins raccomandò di stare sui modelli in calibro .38 Special, George Nonte consigliò l’uso del 9 mm Parabellum ed infine Jeff Cooper parlò di pistole semiautomatiche tipo Colt 1911 (probabilmente pensando ad un altro calibro, quello che poi sarebbe diventato il 10 mm Auto).

Il mondo delle armi è crudele e chi nasce nel momento sbagliato rischia di non sopravvivere a lungo. Il “timing” è tutto e forse proprio il .41 Remington Magnum n’è l’esempio adatto. Il caso contrario, dove tutto andò liscio fin dall’inizio, è il .40 Smith & Wesson. Forse si tratta dell’unico calibro che è stato adattato da una miriade di corpi di polizia di tutto il mondo, senza però essere passato prima per le forze militari di mezzo mondo.

Conclusioni

Il .41 Magnum è sopravvissuto fino ai nostri giorni, grazie ad una piccola enclave d’estimatori, soprattutto dei paesi, nei quali è permessa la caccia con le armi corte. Ma secondo me si tratta quasi di un miracolo, che sia sopravvissuto ai “mostri sacri” in versione magnum, al .357 ed al .44. A mio parere si tratta di una cartuccia per “buongustai”.

Per completezza vorrei elencare le ditte che producono armi per questa bellissima cartuccia: Dan Wesson, Freedom Arms, Magnum Research/IMI, Ruger, Smith & Wesson e Taurus.

Tags: Tecnica

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