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Walther P38

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Walther P38

Con le semiautomatiche PP e PPK la tedesca Walther Waffenfabrik di Zella - Mhelis introdusse nella produzione di serie gli elementi importantissimi dello scatto in Doppia/Singola Azione e della Sicura ad “abbaticane”. L’unico limite di questi prodotti era costituito dall’utilizzo del sistema di chiusura “labile” che non consente di utilizzare munizioni di grande potenza. Alla Walther decisero dunque di avviare, privatamente, il progetto di una semiautomatica da proporre in adozione alle forze armate. La più potente arma tedesca da battere, cioè la Luger modello P08 in Calibro 9 x 19 Parabellum, possedeva indiscutibili doti quali la raffinatezza progettuale e costruttiva ma, considerandone la destinazione militare, era afflitta da difetti che riguardavano tanto la sfera produttivo/logistico quanto quella dell’impiego da parte della truppa.

In primo luogo dunque il processo di fabbricazione era laborioso, lento ed estremamente costoso: le moderne dottrine di guerra prevedevano la necessità di flussi di approvvigionamento ingenti e costanti che mal si conciliavano con metodi produttivi che ponevano in posizione subalterna i fattori della rapidità e dei costi. In secondo luogo coloro che si trovavano ad utilizzare la P08 dovevano affrontare le difficoltà di una manutenzione complessa e spesso resa vana dalle bassissime tolleranze del sistema d’arma che, in mancanza di una pulizia perfetta, era facile vittima di malfunzionamenti.

Gli obiettivi che la nuova pistola Walther doveva assolutamente raggiungere erano da un lato il rispetto di uno schema semplice sia dal punto di vista produttivo che da quello della manutenzione e dall’altro il raggiungimento di un elevatissimo grado di affidabilità.

Nel 1935 nacque il progetto AP (Armee Pistole/Pistola per l’esercito) e, successivamente, quello HP (Heree Pistole/Pistola per l’esercito). Questi di differenziavano unicamente per il Cane coperto del primo e per alcuni dettagli di minima entità. Il progetto HP venne testato dalla Werhmacht ed adottato con la denominazione P38 (Pistole – 1938).

Forse non tutti sanno che la P38 equipaggiò anche alcuni reparti italiani. Nel libro “Solo per la Bandiera” il Cap.G.N.Nino Buttazzoni, storico comandante del Btg.NP ( Nuotatori Paracadutisti), narra un curioso episodio che si colloca nel periodo in cui egli aveva il compito di studiare gli equipaggiamenti del neonato reparto d’assalto. Durante una licenza aveva visto nella vetrina di un’armeria una Walther P38 e l’aveva comprata. Testandola poi in esercitazione ne comprese il potenziale e decise di farne la pistola d’ordinanza del reparto. L’arma combattè l’ultima guerra mondiale e dimostrò di avere eccellenti qualità così successivamente, al momento di riequipaggiare il nuovo esercito della Germania Occidentale (Bundeswehr), si decise di riprenderne la produzione apportando alcune modifiche e mutando la denominazione in P1. La versione commerciale mantenne la sigla originale P38. Oltre alle forze armate molti furono i corpi di polizia che vollero tale arma nella loro dotazione. D’altro campo si tratta di uno strumento di difesa assolutamente efficace, commercializzato fino all’inizio degli anni ’80. Della P38 esistono anche due versioni speciali: la prima si chiama P38K (Kurz = corta) e si caratterizza per la Canna corta ed il Mirino vincolato al Carrello. La seconda è una P38 in 7,65Para, guancette in legno e scatto in SA. In realtà tale modello non appartiene ad una serie particolare ma, si dice, venne assemblato con alcuni residuati della fabbrica di Zella Mhelis.

Caratteristiche tecniche del modello prebellico e bellico:

  • Fabbricanti: Carl Walther Waffenfabrick di Zella Mhelis. Mauser. Spreewerke di Spandau. FN Herstal. Brno.
  • Munizioni: 9x19Para (alcune in 7,65Para)
  • Caricatore: serbatoio monofilare da 8 colpi inseribile nell’impugnatura
  • Lunghezza: 216mm
  • Lunghezza canna: 125mm
  • Altezza: 137mm
  • Spessore: 32mm (carrello); 37mm compresa la leva di sicura
  • Peso: 960gr scarica
  • Funzionamento: a corto rinculo con chiusura geometrica a blocchetto oscillante.
  • Scatto in doppia e singola azione.

Caratteristiche tecniche del modello postbellico:

  • Fabbricante: Carl Walther Waffenfabrick Ulm/Do
  • Munizioni: conversione in 9x21 IMI ( base 9x19Para)
  • Caricatore: serbatoio monofilare da 8 colpi inseribile nell’impugnatura
  • Lunghezza: 216mm
  • Lunghezza canna: 125mm
  • Altezza: 137mm
  • Spessore: 32mm (carrello); 37mm compresa la leva di sicura
  • Peso: 800gr scarica
  • Funzionamento: a corto rinculo con chiusura geometrica a blocchetto oscillante.
  • Scatto in doppia e singola azione.

Differenze con il modello bellico e prebellico:

  1. Fusto in lega di Al/Cu ( Avional) anziché in acciaio. Si tratta di una lega utilizzata per le doti di resistenza simili a quelle degli acciai in rapporto al peso estremamente ridotto. La lavorabilità alle macchine utensili è eccellente mentre si riscontra una scarsa resistenza alla corrosione: in certe applicazioni è d’obbligo infatti un appropriato sistema di protezione. Il fusto delle P38 postbelliche infatti non è brunito ma verniciato. Dopo un certo numero di esemplari il fusto venne rinforzato con inserti in acciaio. E’ curioso notare come alcuni armaioli eseguano lo smontaggio campale in modo differente nei modelli con fusto in acciaio o in lega.
  2. Guancette in polimero anziché in bachelite. Le rifiniture sono zigrinate anziché a strisce.
  3. Forma del Grilletto leggermente diversa.
  4. Particolari meccanici del sistema interno di sicura.

Marchi e Punzoni:

La P38 postbellica presenta numerosi marchi e punzoni: sul lato sinistro del carrello è indicata la marca, il luogo di fabbricazione, la sigla. Sul lato destro è indicato il num di matricola. Sul fusto, a sinistra, si nota l’anno di fabbricazione ed un altro simbolo; sul lato destro è riportato il numero di catalogo del registro nazionale. Altri marchi sono presenti sulla canna. Anche il caricatore riporta indicazioni circa la marca, il modello, il calibro e la data di fabbricazione.

Particolari della Canna della P38 Particolari della Canna della P38 Particolari della Canna della P38
Particolari della Canna della P38 Particolari della Canna della P38 Particolari della Canna della P38
     

Abbiamo parlato prima degli obiettivi prefissati dai progettisti Walther per superare la Luger P08 in termini di costi ed affidabilità. Ora approfondiremo le principali caratteristiche della nostra arma per meglio comprendere la via da loro intrapresa. Inizieremo riassumendo gli elementi ispirati ai modelli PP e PPK e arriveremo al cuore dell’arma, cioè il sistema di chiusura.

Lo scatto in doppia/singola azione

La principale dote di questo sistema consiste nel permettere al tiratore il porto dell’arma con colpo camerato e cane disarmato. Per sparare non c’è bisogno di una manovra di armamento: la corsa del grilletto porta, grazie ad una prolunga che scorre esternamente al fusto, il cane in posizione di monta per poi lasciare che si abbatta sul Percussore. Iniziato il ciclo di sparo si passa al sistema di scatto in singola azione poiché il cane viene riarmato dall’azione del carrello.

Il sistema di sicura

Il sistema manuale si basa su di un perno cilindrico la cui testa sporge dalla sezione laterale sinistra del carrello a costituire la leva di azionamento. Il cilindro fresato è annegato trasversalmente nel carrello e, ruotando, blocca la corsa del percussore. Abbassando la leva di abbattimento il cane, automaticamente, si abbatte in sicurezza.. Rialzando la leva l’arma è pronta al fuoco. In realtà l’arma ha un secondo sistema automatico costituito da un perno che scorre verticalmente tra una levetta connessa al cane ed il percussore. L’azione di una molla, a cane in posizione diversa dalla monta, lo tiene abbassato producendo il blocco del percussore. A grilletto premuto invece il perno è sollevato e il percussore libero. Ho letto di alcuni armaioli i quali consigliavano di “ammorbidire” con le dita l’azione del cane che si abbatte in sicura. Questo per evitare una possibile rottura di quest’ultima con la conseguente detonazione e l’inizio del ciclo a raffica.

Il sistema di chiusura

La Sicura della P38Nella parte inferiore della canna ci sono due appendici: a quella anteriore è imperniato il blocco di chiusura; in quella posteriore scorre in senso longitudinale alla canna un pistoncino che comanda per inerzia il blocchetto. Quest’ultimo presenta due lobi laterali che, in chiusura, si inseriscono in due alloggi ricavati nel carrello. Sparando canna e carrello arretrano di circa 6mm fino a che il pistoncino urta un risalto del fusto (si tratta della rampa di alimentazione spessorata) e provoca un movimento basculante del blocchetto che, ruotando verso il basso, disimpegna i lobi laterali. La canna dunque si blocca e il carrello prosegue la corsa estrendo il Bossolo, armando il cane e richiudendosi grazie all’azione delle due molle di recupero inserite nel fusto. Analizziamo però nei dettagli il movimento di chiusura del carrello: il carrello camera una nuova munizione e spinge in avanti la canna. Avanzando il blocchetto urta un risalto del fusto che lo riporta in posizione di chiusura vincolando canna e carrello. Dopo una corsa in avanti di circa 6mm il complesso blocco-canna-carrello è completamente bloccato in posizione avanzata dal perno interno girevole che costituisce il sistema a scatto la cui leva sporge dal lato sinistro del fusto. Sparata l’ultima Cartuccia l’hold open blocca il carrello in apertura agevolando la ricarica. La bontà del sistema è tale da essere stato ripreso, con leggerissime modifiche, dalla Beretta per le pistole mod.51, 92 e derivati.

 

Particolari della P38 Particolari della P38 Particolari della P38
Particolari della P38 Particolari della P38 Particolari della P38
     

 

Il gruppo canna-carrello

Il carrello è scoperto nella parte superiore e, posteriormente, ospita il percussore, l’avvisatore di camera piena, l’Estrattore e la sicura.. Una caratteristica interessante è costituita dall’avvisatore di camera piena: il colpo camerato preme con il Fondello un pistoncino che, arretrando, fuoriesce da un buco praticato sul retro del carrello, poco al di sopra della testa del percussore. In questo modo, con il tatto, si può con certezza verificare lo stato della Camera di Scoppio. La Culatta della canna poggia direttamente sull’Otturatore. Il disegno della canna è chiaramente ispirato alla Luger P08 ma la sua importanza deriva dalla caratteristica di incorporare il famoso sistema di chiusura. Nei primi modelli il pistoncino scorrevole era vincolato attraverso una spina. Nei modelli postbellici il vincolo è ottenuto per mezzo di una punzonatura. Ne deriva l’importante conseguenza che è impossibile, in questa serie, smontare il pistoncino senza danneggiare l’appendice posteriore della canna. Internamente alla canna si possono notare 6 rigature destrorse. Dal punto di vista militare una delle debolezze della P38 consiste nell’impossibilità di montare il silenziatore poiché il mirino è fissato alla canna.

Particolari delle Walther P38 Particolari delle Walther P38
Particolari delle Walther P38 Particolari delle Walther P38

Il gruppo di recupero

Sul fusto in lega sono presenti due scanalature entro le quali sono alloggiate due molle con le relative astine-guida. Questi elementi non si devono smontare effettuando lo smontaggio campale.

Particolari della P38 Particolari della P38

Organi di mira

L’arma è dotata di mirino e Tacca di Mira non regolabili.

Tacca di mira della P38 Mirino della P38

Il caricatore

Il caricatore è monofilare ed ha una capienza di 8 colpi. Utilizzando la munizione cal.9x21IMI non di rado capita di avvertire eccessivo attrito tra il Colletto dei bossoli e la lamiera ed in casi gravi i colpi rimangono incastrati. Alcuni armieri eliminano il problema in modo drastico: praticano cioè una fresatura longitudinale in corrispondenza del punto di attrito. Il comando di sgancio è costituito da un cursore alla base dell’impugnatura.

Particolari ddel Caricatore della P38 Particolari ddel Caricatore della P38 Particolari ddel Caricatore della P38

La componentistica

Ritengo in questo caso sia importante osservare che la P38 è scomponibile in soli 58 pezzi e che non c’è bisogno di attrezzi speciali. La semplicità della manutenzione fu dunque un’altra delle carte vincenti del nostro prodotto e divenne un requisito irrinunciabile quando si dovette scegliere la nuova ordinanza dell’esercito austriaco, la Glock 17.

I motivi che rendono l’arma superata in campo militare

Come per ogni arma d’ordinanza arriva sempre il momento di andare in pensione. Nel nostro caso tuttavia si può dire che vi sia stato solo un rinnovamento. Certo la mano del costruttore tedesco non c’è più ma tutti i suoi insegnamenti sono strati sfruttati nel progetto di un’arma tra le più famose e diffuse: la Beretta serie 92. Se osserviamo un esemplare troveremo intatti tutti gli elementi della nostra P38 quali la doppia azione, la sicura ed il famoso sistema di chiusura. In Beretta si sono limitati a variare il disegno del fusto e del del carrello che, questa volta, comprende il mirino.Il gruppo di recupero è stato mutato e si è tornati alla classica molla con astina sotto la canna. Hanno poi modificato leggermente la sicura e hanno aggiunto infine un caricatore bifilare con comando di sgancio sul fusto. Questa costituisce, dal mio punto di vista, l’innovazione più importante in considerazione delle moderne tecniche di tiro da difesa che prediligono più tiri sullo stesso bersaglio.

Osservazioni

Utilizzare una P38 in poligono è davvero divertente: l’impugnatura relativamente piccola premia coloro che hanno mani minute. A mio parere è importante anche nel tiro meditato avere un’impugnatura salda per ben assorbire le sollecitazioni dello sparo che, in quest’arma leggera, si fanno sentire.

Lo scatto della mia arma è molto buono in SA, meno in DA. Dopo la precorsa si avverte un primo blocco, poi c’è un secondo tempo appena appena grattoso che culmina in un secondo blocco: è a questo punto che si avverte in modo sorprendentemente netto il punto che precede lo sgancio. Nel tiro meditato è dunque impossibile sbagliare. L’unico difetto è che spesso l’espulsione dei bossoli è perfettamente verticale e inevitabilmente ne arriva qualcuno in fronte.

Walther P38 Walther P38
Walther P38 Walther P38

Sequenza di smontaggio campale

  • Dopo aver tolto il caricatore, puntando l’arma in direzione sicura arretrare il carrello fino al blocco e controllare la camera di cartuccia affinché sia vuota.
  • Abbassare la leva posta sul fianco sinistro del fusto.
  • Tirare il grilletto ed accompagnare il cane in posizione di abbattimento. Sarà così possibile, agendo sull’hold open, sfilare in avanti il gruppo canna/carrello. Questa manovra si riferisce per tradizione ai modelli con fusto in acciaio. Alcuni armaioli ritenevano infatti che, scattando a vuoto il fusto in lega avrebbe potuto danneggiarsi. Costoro consigliavano di appoggiare la volata della canna su di una superficie dura, farla arretrare di circa 6mm per non armare il cane ed agire sulla leva di sblocco. Personalmente ritengo che con la giusta cautela si possa adottare la manovra classica.
  • Spingendo in alto il blocchetto di chiusura è possibile separare la canna dal carrello semplicemente sfilandola in avanti.
  • Premere la molla all’interno dell’appendice anteriore della canna e liberare il blocchetto di chiusura.
  • Ecco come appare la P38 dopo lo smontaggio campale. Ricordo che non è necessario smontare le molle di recupero. Nella foto è inoltre possibile confrontare i due caricatori. Uno è della P38 ed è stato fresato, l’altro della P1 e funziona benissimo senza modifiche.

Tags: Recensioni, Armi Corte

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